La scorsa domenica abbiamo aperto le porte della nostra sede per un evento molto giocoso: una sfida tra padri e figli ai videogiochi che hanno fatto la storia.
Anche questo evento si inserisce nel calendario BambInFestival, una vera e propria festa dell'associazionismo pavese, con una particolare attenzione riservata ai più giovani.
Il nostro percorso inizia con un "giro turistico" attraverso le sale allestite a museo. Molti genitori si entusiasmano difronte al Commodore 64 ed allo Spectrum, raccontando aneddoti e trasmettendo ai figli le emozioni di allora.
Ma questa giornata è dedicata alla storia dei videogiochi, perciò non ci tratteniamo troppo a lungo nel salone dei computer. Saliamo le scale e prendiamo posto dinnanzi alle console, dopo aver reso omaggio alla Magnavox Odissey, la capostipite del mondo video-ludico.
Se in un primo mento avevamo immaginato un approccio rigorosamente cronologico, per poter apprezzare l'aumento di risoluzione e di profondità cromatica, il numero dei partecipanti ci costringe a dare accesso immediato a tutte le postazioni.
C'è così chi inizia con Pong, chi con l'intramontabile Nintendo Nes che per l'occasione sfoggia il primo Mario Bros.
Altri invece si divertono con Playstation 1 e 2, a differenza di altre console storiche sono oggi facilmente trovabili a pochi euro nei vari mercatini dell'usato, ma ancora in grado di stupire per la bellezza e la giocabilità di alcuni titoli.
Il nostro incontro ha quindi lo scopo di lanciare un messaggio: non tutto quello che è vecchio è per forza obsoleto. Molti giochi storici sono ancora oggi dei capolavori e meritano rispetto. Possono regalare ad un giocatore attento e consapevole un sicuro divertimento che permette inoltre apprezzare al meglio un mondo così fortemente evolutivo.
Siamo poi scesi nella sala simulatore, per concludere con lo stato dell'arte in ambito guida sportiva.
Tre schermi full-HD, pedana attiva, cinture con pre-tensionamento, telemetria, volante professionale... tutti accessori che emozionano più i papà. I ragazzi si limitano a guidare, con serietà e massimo impegno.
I più piccoli arrivano a fatica ai pedali.
In casi estremi ci si fa aiutare dai fratelli più grandi.
Durante i nostri incontri CoderDojo impariamo assieme a costruire semplici videogiochi, più simili ai vecchi titoli rispetto a questi concentrati di effetti grafici e modelli fisici ultra-realistici. Ora però alcuni nostri mentor stanno studiando un eccezionale ambiente di programmazione tridimensionale: Unity 3D, alla base di molti software di grande successo.
Attualmente ci sembra infattibile poter proporre a dei piccoli un'interfaccia così complessa, proveremo infatti ad organizzare prima qualche corso interno, rivolto ai nostri soci adulti.
Ma alcuni mesi fa ci sembrava ugualmente impossibile arrivare ad un progetto robotico basato su Arduino con cinquanta bambini in aula... ed invece è proprio quello che stiamo facendo. Quindi non si può mai dire cosa ci riserverà il domani !
martedì 26 maggio 2015
sabato 23 maggio 2015
CoderDojo BambInFestival: seconda parte robot Arduino
Questa mattina una lunga coda di facce nuove si allinea ai banchi di registrazione. Apre così la seconda giornata di CoderDojo dedicata alla robotica, organizzata in occasione del BambInFestival.
I 40 biglietti, come al solito gratuiti, vengono esauriti nella prima mezz'ora dall'apertura delle iscrizioni. Decidiamo allora di chiedere ad alcuni ninja, ormai piuttosto esperti, di iscriversi come mentor, per lasciare così spazio a nuovi amici. 26 bambini dai sette ai dieci anni trovano così posto nel salone.
14 ragazzini, dai dieci ai tredici anni, trovano posto nella stanza dedicata alle console. I dieci giovani nuovi mentor vengono distribuiti equamente tra le due classi.
Laura apre la giornata presentando ai bambini ed ai genitori il progetto CoderDojo, visto che per la maggior parte è la prima volta in cui si cimentano in una attività simile.
Sergio guida i più piccoli. Lo scopo della giornata è riuscire a dotare i nostri robot di "occhi" che possano permettere alle nostre creazioni di evitare gli ostacoli.
I più grandi vengono accompagnati in questa affascinante sfida da Scipio. Con grande abilità ed attenzione si destreggiano al meglio tra le insidie di un codice abbastanza complesso, che usa funzioni e parametri.
E' sempre bello vedere come ormai l'approccio collaborativo diventa naturale. L'introduzione dei mentor coetanei aiuta decisamente a mantenere al massimo l'atmosfera di "gioco creativo".
Dopo la merenda, anche i più piccoli riescono a completare il codice.
Con grande soddisfazione presentano il risultato ed iniziano a darsi battaglia:
Improvvisamente il pavimento si riempie di strani oggetti che slittano e sgommano sul nostro pavimento un po' troppo liscio.
Qualche ritocco al codice migliora un po' le cose, andando ad intervenire su parametri di velocità massima e minima.
Altri provano invece a rivestire le ruote con nastro isolante o addirittura con una striscia di tessuto non tessuto.
Ma l'idea più efficiente viene ad un paio di ragazzini che, cercando nel kit, trovano alcuni pezzi che serviranno per il robot del prossimo weekend:
Assemblano un assale aggiuntivo sfruttando uno stecco per spiedini ed alcuni tappi in plastica.
Ancora una volta, pur avendo oltre cento persone in sede, siamo riusciti a divertirci parecchio portando ancora una volta a termine il difficile compito che ci eravamo prefissati.
Il prossimo ed ultimo incontro è fissato per sabato prossimo. Ne vedremo delle belle !
I 40 biglietti, come al solito gratuiti, vengono esauriti nella prima mezz'ora dall'apertura delle iscrizioni. Decidiamo allora di chiedere ad alcuni ninja, ormai piuttosto esperti, di iscriversi come mentor, per lasciare così spazio a nuovi amici. 26 bambini dai sette ai dieci anni trovano così posto nel salone.
14 ragazzini, dai dieci ai tredici anni, trovano posto nella stanza dedicata alle console. I dieci giovani nuovi mentor vengono distribuiti equamente tra le due classi.
Laura apre la giornata presentando ai bambini ed ai genitori il progetto CoderDojo, visto che per la maggior parte è la prima volta in cui si cimentano in una attività simile.
Sergio guida i più piccoli. Lo scopo della giornata è riuscire a dotare i nostri robot di "occhi" che possano permettere alle nostre creazioni di evitare gli ostacoli.
I più grandi vengono accompagnati in questa affascinante sfida da Scipio. Con grande abilità ed attenzione si destreggiano al meglio tra le insidie di un codice abbastanza complesso, che usa funzioni e parametri.
E' sempre bello vedere come ormai l'approccio collaborativo diventa naturale. L'introduzione dei mentor coetanei aiuta decisamente a mantenere al massimo l'atmosfera di "gioco creativo".
Dopo la merenda, anche i più piccoli riescono a completare il codice.
Con grande soddisfazione presentano il risultato ed iniziano a darsi battaglia:
Improvvisamente il pavimento si riempie di strani oggetti che slittano e sgommano sul nostro pavimento un po' troppo liscio.
Qualche ritocco al codice migliora un po' le cose, andando ad intervenire su parametri di velocità massima e minima.
Altri provano invece a rivestire le ruote con nastro isolante o addirittura con una striscia di tessuto non tessuto.
Ma l'idea più efficiente viene ad un paio di ragazzini che, cercando nel kit, trovano alcuni pezzi che serviranno per il robot del prossimo weekend:
Assemblano un assale aggiuntivo sfruttando uno stecco per spiedini ed alcuni tappi in plastica.
Ancora una volta, pur avendo oltre cento persone in sede, siamo riusciti a divertirci parecchio portando ancora una volta a termine il difficile compito che ci eravamo prefissati.
Il prossimo ed ultimo incontro è fissato per sabato prossimo. Ne vedremo delle belle !
domenica 17 maggio 2015
CoderDojo, BambInFestival e robot Arduino
Quest'anno la nostra associazione ha aderito a BambInFestival 2015. Per questa splendida iniziativa che coinvolge tutte le associazioni della provincia di Pavia, abbiamo preparato tre incontri introduttivi alla robotica amatoriale.
Oggi iniziamo consegnando ai partecipanti i 22 Kit che utilizzeranno in coppia. Lavorare in team è una delle capacità che i bambini hanno innate. Rimango sempre stupito quando vedo due bimbi che interagiscono senza alcuna difficoltà affrontando un problema complesso, anche se non hanno mai avuto modo di incontrarsi prima.
Ogni kit è stato realizzando in parte con materiale di recupero (contenitore plastico cartridge Ultrium, tappi del latte e stecche per spiedini) in parte con componentistica acquistata on-line (Arduino, motori, portapile, sensori e servocomando). Un po' di bulloneria ed una bella scatola trasparente completa il tutto.
Cominciamo in questo primo incontro a prendere dimestichezza con una semplice struttura a due motori, il portapile sfregherà a terra, fungendo anche da "ruotino" di appoggio.
Sopra applichiamo una breadboard con il bi-adesivo, e ovviamente la scheda Arduino: il "cervello" del nostro robot.
In poco tempo i nostri ninja, anche se formati da oltre il 50% da nuovi arrivati, riescono a montare il tutto, compresi transistor e resistenze.
I cablaggi sono pochi e semplici, se paragonati ad altri esercizi precedenti. Tutti risolvono senza difficoltà questa fase costruttiva.
Siamo così pronti per iniziare a scrivere il codice..... ovviamente dopo la merenda, a base di pane e buonissimo salame mantovano!
Ricaricata al massimo l'energia, torniamo tutti in aula. Ecco il robot completamente assemblato, pronto per essere programmato.
Il software non nasconde alcuna particolare finezza, si settano prima i motori sui pin 5 e 6. Creiamo poi le funzioni avanti, destra, lasciando sinistra e fermo alla loro intuizione. In void loop() le richiamiamo alla bisogna e fissiamo i tempi.
Fin troppo semplice per la classe dei grandi, che in pochissimo tempo hanno capito e procedono spediti, quasi senza stare ad ascoltare i miei suggerimenti.
Ma anche i piccoli, pur avendo meno dimestichezza con codici completamente da digitare, procedono vivacemente verso la meta:
Completano il codice, dopo aver compreso i concetti alla base del transistor, che Sergio spiega attraverso semplici ma efficaci metafore.
Inseriscono le batterie e trattenendo il fiato appoggiano per la prima volta il loro robot sul pavimento:
Sgomma e sbanda più di una macchina da rally sul liscio pavimento galleggiante della nostra sede, ma i loro volti si illuminano di meraviglia. Il robot segue il programma e compie i movimenti prestabiliti.
Qualche scontro, più o meno voluto, ci ricorda più un contest di sumo-robotico che una semplice lezione introduttiva. Che sia un suggerimento per una prossima puntata ? Staremo a vedere che succederà durante il secondo incontro di sabato 23 !
Oggi iniziamo consegnando ai partecipanti i 22 Kit che utilizzeranno in coppia. Lavorare in team è una delle capacità che i bambini hanno innate. Rimango sempre stupito quando vedo due bimbi che interagiscono senza alcuna difficoltà affrontando un problema complesso, anche se non hanno mai avuto modo di incontrarsi prima.
Ogni kit è stato realizzando in parte con materiale di recupero (contenitore plastico cartridge Ultrium, tappi del latte e stecche per spiedini) in parte con componentistica acquistata on-line (Arduino, motori, portapile, sensori e servocomando). Un po' di bulloneria ed una bella scatola trasparente completa il tutto.
Cominciamo in questo primo incontro a prendere dimestichezza con una semplice struttura a due motori, il portapile sfregherà a terra, fungendo anche da "ruotino" di appoggio.
Sopra applichiamo una breadboard con il bi-adesivo, e ovviamente la scheda Arduino: il "cervello" del nostro robot.
In poco tempo i nostri ninja, anche se formati da oltre il 50% da nuovi arrivati, riescono a montare il tutto, compresi transistor e resistenze.
I cablaggi sono pochi e semplici, se paragonati ad altri esercizi precedenti. Tutti risolvono senza difficoltà questa fase costruttiva.
Siamo così pronti per iniziare a scrivere il codice..... ovviamente dopo la merenda, a base di pane e buonissimo salame mantovano!
Ricaricata al massimo l'energia, torniamo tutti in aula. Ecco il robot completamente assemblato, pronto per essere programmato.
Il software non nasconde alcuna particolare finezza, si settano prima i motori sui pin 5 e 6. Creiamo poi le funzioni avanti, destra, lasciando sinistra e fermo alla loro intuizione. In void loop() le richiamiamo alla bisogna e fissiamo i tempi.
Fin troppo semplice per la classe dei grandi, che in pochissimo tempo hanno capito e procedono spediti, quasi senza stare ad ascoltare i miei suggerimenti.
Ma anche i piccoli, pur avendo meno dimestichezza con codici completamente da digitare, procedono vivacemente verso la meta:
Completano il codice, dopo aver compreso i concetti alla base del transistor, che Sergio spiega attraverso semplici ma efficaci metafore.
Inseriscono le batterie e trattenendo il fiato appoggiano per la prima volta il loro robot sul pavimento:
Sgomma e sbanda più di una macchina da rally sul liscio pavimento galleggiante della nostra sede, ma i loro volti si illuminano di meraviglia. Il robot segue il programma e compie i movimenti prestabiliti.
Qualche scontro, più o meno voluto, ci ricorda più un contest di sumo-robotico che una semplice lezione introduttiva. Che sia un suggerimento per una prossima puntata ? Staremo a vedere che succederà durante il secondo incontro di sabato 23 !
sabato 16 maggio 2015
Presentazione Zanshin Tech a Pavia
In occasione dell'evento "Insieme contro il bullismo" organizzato dal Rotary Club di Pavia Est Terre Viscontee, lunedì si è tenuta presso il teatro Mastroianni di San Martino Siccomario una presentazione Zanshin Tech.
Inizia i lavori il Dott. Alcandro Paris, Presidente Incoming Rotary Club Pavia Est, con un'introduzione all'argomento.
Prende poi la parola il Vice Questore di Pavia, il Dott. Marco Staffa.
Ci parla del bullismo e soprattutto delle sue conseguenze. Il discorso è rivolto alle classi prima e seconda media della scuola secondaria inferiore Marie Curie di San Martino Siccomario.
Al termine, dopo un breve intervallo, lasciamo il palco ai nostri ospiti dell'associazione Alid di Genova.
Claudio, Silvia e Stefano, coadiuvati dalla regia di Giovanni, iniziano la presentazione dello Zanshin Tech: la prima "arte marziale digitale", pensata per acquisire precise tecniche di difesa dagli attacchi provenienti dai social network e dal web.
In modo spumeggiante e dinamico, affrontano i seguenti temi caldi:
- Internet cos'è e dov'è ?
E' la rete delle reti, ed è ovunque non solo nei nostri computer, come troppo spesso siamo erroneamente portati a pensare.
Basta una foto di una strada qualsiasi per capire che è nei semafori connessi ad un server centrale, negli autobus geo-localizzati. Anche le strade sono digitalizzate da servizi di cartografia. Molte telecamere riprendono costantemente e da molti punti di vista le nostre giornate. I cellulari lasciano tracce invisibili dei nostri percorsi, anche le targhe delle automobili sono raccolte in grandi database.
Ma sono proprio le fotografie, che i ragazzi sono soliti scattare con i cellulari e condividere con naturalezza ovunque on-line, che nascondono al loro interno una serie di informazioni delicate.
Basta connettersi al comodissimo Jeffrey's Exif Viewer per scoprire se una fotografia contiene dati sensibili come data, ora e luogo esatto dove è stata scattata. E' possibile stabilire anche l'altezza sul livello del mare e che dispositivo è stato utilizzato per lo scatto, inclusi marca e modello precisi.
Un malintenzionato potrebbe facilmente scoprire così dove abita, addirittura a che piano del palazzo, lo sprovveduto ragazzo che ha ingenuamente postato una foto scattata dalla propria cameretta.
Dopo questo impressionante inizio, l'attenzione dei ragazzi è completamente calamitata. Viene data la definizione di Cyberbullismo, da cui emergono tre inquietanti aggettivi che definiscono questo attacco: "sistematico, ripetuto e continuato".
Si parla inoltre delle tecniche preliminari di attacco, a cui bisogna saper porre rimedio con contromosse difensive specifiche.
- Tecnica preliminare della Falsa identità: smascherabile attraverso tecniche di verifica e di indagine.
- Tecnica preliminare di Seduzione: si combatte con la regola del triangolo, facendosi aiutare e informando almeno un paio di amici che siano pronti a fornire un punto di vista obiettivo.
- Tecnica Preliminare della Raccolta di Informazioni: si può impedire evitando di rivelare informazioni personali e stando attenti ad alcuni segnali di pericolo.
- Tecnica personale di Attacco Diretto: si reagisce con un contrattacco o, in alcuni casi, con il totale azzeramento.
In queste poche righe non posso certamente ripercorrere tutti i passaggi logici che, con grande abilità e con linguaggio forte, privo di filtri, i nostri ospiti sono stati capaci di illustrare ad un pubblico vivace ed estremamente coinvolto.
Organizzare un dojo Zanshin Tech è difficile e contemporaneamente molto sfidante. I temi trattati sono delicati e richiedono tanto capacità tecniche quanto psicologiche. Ad oggi non sappiamo ancora se la nostra associazione sarà in grado di seguire le orme di questi preparatissimi "sensei", ma i rischi a cui i giovani ragazzi si espongono, sfruttando i social network senza la dovuta consapevolezza, sono enormi.
Un attacco digitale può avere le stesse identiche conseguenze di un attacco fisico. Considerare irreale la disperazione, il senso di vergogna e l'esclusione dal gruppo che una vittima può subire solo perchè provocati dall'interazione con uno strumento digitale è il più grande errore i genitori possano commettere.
Noi di comPVter vorremmo affiancare alle attività di CoderDojo qualche cosa per aiutare i giovani ad acquisire le giuste competenze per sapersi difendere.
Dopo questa dimostrazione crediamo proprio che la strada giusta possa proprio essere una palestra Zanshin Tech !
Inizia i lavori il Dott. Alcandro Paris, Presidente Incoming Rotary Club Pavia Est, con un'introduzione all'argomento.
Prende poi la parola il Vice Questore di Pavia, il Dott. Marco Staffa.
Ci parla del bullismo e soprattutto delle sue conseguenze. Il discorso è rivolto alle classi prima e seconda media della scuola secondaria inferiore Marie Curie di San Martino Siccomario.
Al termine, dopo un breve intervallo, lasciamo il palco ai nostri ospiti dell'associazione Alid di Genova.
Claudio, Silvia e Stefano, coadiuvati dalla regia di Giovanni, iniziano la presentazione dello Zanshin Tech: la prima "arte marziale digitale", pensata per acquisire precise tecniche di difesa dagli attacchi provenienti dai social network e dal web.
In modo spumeggiante e dinamico, affrontano i seguenti temi caldi:
- Internet cos'è e dov'è ?
E' la rete delle reti, ed è ovunque non solo nei nostri computer, come troppo spesso siamo erroneamente portati a pensare.
Basta una foto di una strada qualsiasi per capire che è nei semafori connessi ad un server centrale, negli autobus geo-localizzati. Anche le strade sono digitalizzate da servizi di cartografia. Molte telecamere riprendono costantemente e da molti punti di vista le nostre giornate. I cellulari lasciano tracce invisibili dei nostri percorsi, anche le targhe delle automobili sono raccolte in grandi database.
Ma sono proprio le fotografie, che i ragazzi sono soliti scattare con i cellulari e condividere con naturalezza ovunque on-line, che nascondono al loro interno una serie di informazioni delicate.
Basta connettersi al comodissimo Jeffrey's Exif Viewer per scoprire se una fotografia contiene dati sensibili come data, ora e luogo esatto dove è stata scattata. E' possibile stabilire anche l'altezza sul livello del mare e che dispositivo è stato utilizzato per lo scatto, inclusi marca e modello precisi.
Un malintenzionato potrebbe facilmente scoprire così dove abita, addirittura a che piano del palazzo, lo sprovveduto ragazzo che ha ingenuamente postato una foto scattata dalla propria cameretta.
Dopo questo impressionante inizio, l'attenzione dei ragazzi è completamente calamitata. Viene data la definizione di Cyberbullismo, da cui emergono tre inquietanti aggettivi che definiscono questo attacco: "sistematico, ripetuto e continuato".
Si parla inoltre delle tecniche preliminari di attacco, a cui bisogna saper porre rimedio con contromosse difensive specifiche.
- Tecnica preliminare della Falsa identità: smascherabile attraverso tecniche di verifica e di indagine.
- Tecnica preliminare di Seduzione: si combatte con la regola del triangolo, facendosi aiutare e informando almeno un paio di amici che siano pronti a fornire un punto di vista obiettivo.
- Tecnica Preliminare della Raccolta di Informazioni: si può impedire evitando di rivelare informazioni personali e stando attenti ad alcuni segnali di pericolo.
- Tecnica personale di Attacco Diretto: si reagisce con un contrattacco o, in alcuni casi, con il totale azzeramento.
In queste poche righe non posso certamente ripercorrere tutti i passaggi logici che, con grande abilità e con linguaggio forte, privo di filtri, i nostri ospiti sono stati capaci di illustrare ad un pubblico vivace ed estremamente coinvolto.
Organizzare un dojo Zanshin Tech è difficile e contemporaneamente molto sfidante. I temi trattati sono delicati e richiedono tanto capacità tecniche quanto psicologiche. Ad oggi non sappiamo ancora se la nostra associazione sarà in grado di seguire le orme di questi preparatissimi "sensei", ma i rischi a cui i giovani ragazzi si espongono, sfruttando i social network senza la dovuta consapevolezza, sono enormi.
(Bellissima immagine di Fabrizio Pillotto)
Noi di comPVter vorremmo affiancare alle attività di CoderDojo qualche cosa per aiutare i giovani ad acquisire le giuste competenze per sapersi difendere.
Dopo questa dimostrazione crediamo proprio che la strada giusta possa proprio essere una palestra Zanshin Tech !
martedì 12 maggio 2015
nasce CoderDojo Vigevano
Lo scorso sabato, alcuni dei nostri soci hanno dato il via ad un altro CoderDojo: apre Vigevano !
L'aula informatica della scuola Besozzi torna, dopo alcuni mesi, ad ospitare un evento dedicato ai bambini che desiderano scoprire la programmazione.
I banchi si riempiono di piccoli ninja che affrontano una entusiasmante missione con Scratch, l'ambiente di programmazione grafico ideato dal Mit.
Per questa prima esperienza riproducono l'intramontabile Pong, il capolavoro di Atari.
Personalmente trovo sempre molto interessanti le idee che vedono come protagonisti i grandi classici. Riproporre ai bambini di oggi un videogioco di oltre 40 anni di età fa sempre riflettere sulla l'importanza della storia della tecnologia.
Affascinante anche l'idea di costruire un gioco da giocare in doppio, in entusiasmanti 1 vs. 1.
Il movimento delle palette è semplice.
Il codice nasconde invece qualche finezza, per la gestione del rimbalzo.
Questi pochi blocchi introducono diversi concetti di programmazione.
Per questa prima esperienza riproducono l'intramontabile Pong, il capolavoro di Atari.
Personalmente trovo sempre molto interessanti le idee che vedono come protagonisti i grandi classici. Riproporre ai bambini di oggi un videogioco di oltre 40 anni di età fa sempre riflettere sulla l'importanza della storia della tecnologia.
Affascinante anche l'idea di costruire un gioco da giocare in doppio, in entusiasmanti 1 vs. 1.
Il movimento delle palette è semplice.
Il codice nasconde invece qualche finezza, per la gestione del rimbalzo.
Questi pochi blocchi introducono diversi concetti di programmazione.
Dopo una ricca merenda offerta dal Lug Ducale, iniziata un po' a fatica visto che come al solito i bambini non avevano nessuna voglia di abbandonare le tastiere, si passa a svelare la sorpresa in serbo per questa giornata speciale: Fabio presenta alcuni kit di robotica amatoriale.
L'argomento, che anticipa un poco le nostre prossime attività, calamita subito l'attenzione di grandi e piccini.
Soprattutto quando vengono mostrate le funzionalità avanzate, ottenibili con il modulo line-follower.
Siamo entusiasti e molto soddisfatti: dopo Voghera, il modello CoderDojo si diffonde anche a Vigevano. Facendo squadra è possibile realizzare progetti divertenti e offrire ai bambini differenti approcci, esperienze complementari e stimolanti per tutti.
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